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Manifestare il giorno come idea divina

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 27 novembre 2018

Originariamente pubblicato sul numero del 18 dicembre 1954 del Christian Science Sentinel


Mary Baker Eddy, sotto divina ispirazione, ha stabilito per gli Scientisti Cristiani dei doveri da svolgere giornalmente. Nell’Articolo VIII del Manuale della Chiesa Madre ne sono sanciti tre. La Sezione I richiede vigilanza e preghiera quotidiane per essere liberati dal male e dai pensieri maligni; la Sezione IV offre una preghiera quotidiana per stabilire il regno di Dio e per l’arricchimento degli affetti umani, mentre la Sezione VI afferma che "Sarà dovere di ogni membro di questa Chiesa di difendersi giornalmente contro le suggestioni mentali aggressive, e di non essere indotto a dimenticare né a trascurare il suo dovere verso Dio, verso la sua Leader e verso il genere umano."

Gli Scientisti Cristiani riconoscono che tali doveri sono stati pensati per aiutarli a compiere in modo più efficace il ministero guaritore e rigeneratore del Cristo, Verità, e accettano di buon grado l’utile disciplina del loro esercizio quotidiano. Tuttavia, lo sviluppo spirituale non è regolato da orologi e calendari, e benché lo svolgimento regolare di questi doveri su base giornaliera sia di un’utilità pratica, non ne rappresenta in alcun modo il senso completo.

Quantunque l’applicazione di tali doveri possa davvero dare frutto sul piano della dimostrazione spirituale, assieme a quella soddisfazione e ispirazione che l’Amore divino sempre intende per i suoi figliuoli e figliuole, bisogna tenere presente anche il senso spirituale di ciò che "giorno" e "giornaliero" esprimono realmente. Questo senso spirituale è indicato da Mary Baker Eddy in "Scienza e Salute con Chiave delle Scritture". Scrive a pag. 584: "GIORNO. L’irradiazione della Vita; luce, l’idea spirituale della Verità e dell’Amore." E aggiunge come ulteriore chiarimento: "Gli oggetti del tempo e del senso spariscono nell’illuminazione della comprensione spirituale, e la Mente misura il tempo secondo il bene che si svolge. Questo svolgimento è il giorno di Dio, e «non ci sarà più notte» ".

Alla luce di queste parole, la nostra vigilanza e preghiera per essere liberati dal male, il pregare per stabilire il regno di Dio e per l’arricchimento degli affetti umani e la nostra spirituale difesa personale contro l’aggressione mentale, devono essere ben più di una routine regolata dal tempo. Devono irradiare Vita. Ecco che allora "gli oggetti del tempo e del senso spariscono nell’illuminazione della comprensione spirituale." Nella consapevolezza e nel riconoscimento dell’eterna presenza e dell’eterno svolgimento del giorno di Dio, siamo in grado di discernere l’idea infinita della Mente infinita, che non conosce né le tenebre né il male, e non ammette la possibilità di una seconda mentalità capace di sferrare un attacco contro Dio o la Sua idea. Solo così lo svolgimento dei doveri precisati dalla nostra Leader sarà compiuto nel pieno senso di "giorno" e "giornaliero."

Quando questi doveri primari sono fedelmente e sistematicamente compiuti, i nostri compiti quotidiani si collocano perfettamente in modo naturale e armonioso. Questi ultimi includono innanzitutto lo studio delle Lezioni-Sermone contenute nel Libretto Trimestrale della Scienza Cristiana e la lettura del nostro quotidiano The Christian Science Monitor; poi le faccende di casa, il lavoro e le varie altre responsabilità. E allora il pensiero espresso nell’inno (Innario della Scienza Cristiana, n. 46): "Tu mi darai il mio compito quotidiano", assume il significato di governo e benedizione di tutte le attività giornaliere, illuminandole a ogni livello con il senso spirituale di “giorno” e rivelandoci l’idea divina, già perfettamente stabilita nel grande come nel più piccolo dettaglio.

L’autore del presente articolo ebbe una volta un periodo prolungato di malattia. Secondo l’evidenza materiale, giaceva giorno dopo giorno in una pressoché totale immobilità fisica mentre il suo corpo continuava a deteriorarsi. Eppure, dato che la guarigione fu persistentemente ricercata nella Scienza Cristiana e i doveri spirituali dello Scientista Cristiano compiuti quotidianamente, il senso materiale e mortale di “giorno” e di progressivo deterioramento, gradualmente ma inevitabilmente, cedette il passo alla consapevolezza del senso spirituale di “giorno” e del bene che si manifesta. A prescindere dall’evidenza fisica, una continua attività spirituale fu riconosciuta come dato di fatto, e sempre più efficacemente fu negata qualsiasi realtà all’alternanza temporale di veglie in stato di debolezza e sonni irrequieti.

Fu chiaro che nella Scienza l’unico giorno in quel medesimo momento era il giorno di Dio, pregno di attività utili. E giacché proprio quel momento era il giorno di Dio, raggiante di infinita e indistruttibile Vita divina, non poteva esserci in tutta l’eternità alcun altro giorno, migliore o più dinamico di quello presente. Una costante gratitudine fu espressa per il giorno di Dio, ovvero lo svolgersi del bene spirituale pienamente appagante e dinamico, con tutte le sue benedizioni già ben stabilite come fatto spirituale. In presenza di tale persistente riconoscimento del giorno della Mente proseguì la crescita spirituale, in varie direzioni, finché il deterioramento fisico fu arrestato e fatto regredire e la guarigione ebbe luogo.

Nell’interpretazione spirituale di "giorno", Mary Baker Eddy afferma che "la Mente misura il tempo secondo il bene che si svolge" con la emme di Mente in maiuscolo, mettendo così in chiaro che si sta riferendo all’unica e infinita Mente divina, cioè Dio. Quindi, per acquisire il senso spirituale di “giorno” come bene che si svolge, dobbiamo innanzitutto acquisire il senso corretto di Dio come Mente dell’uomo. Dobbiamo trasformare la consapevolezza di una limitata mentalità personale, che conosce sia il bene che il male, nella consapevolezza dell’infinita Mente divina che conosce soltanto lo svolgimento, l’identificazione e l’individualizzazione del bene.

Tale trasformazione è perfettamente in linea con gli insegnamenti di Gesù Cristo (Matteo 4:17): "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino." Nella versione greca del Nuovo Testamento, la parola usata per “ravvedetevi” significa letteralmente "trasformazione della mente." Fu proprio questa trasformazione della consapevolezza, tale ravvedimento cristianamente scientifico, che ebbe luogo nella guarigione appena descritta, generando a sua volta una nuova comprensione di “giorno” e contribuendo assai alla guarigione.

Dichiara Ezechiele: "Ecco, la cosa avverrà e si compirà, dice il Signore, l’Eterno; questo è il giorno di cui ho parlato" (39:8). Proporzionalmente a quanto obbediamo al comando Cristico di ravvederci e di accettare la Mente divina come la sola unica Mente, scopriremo quanto tutte le nostre occupazioni quotidiane sono illuminate dal significato del giorno di Dio, onnipresente “idea spirituale di Verità e Amore," ove solo il bene si compie. In questo giorno divino, tutte le giuste aspirazioni sono viste come attuale e presente compimento, tutti i giusti fini come attuale e presente realizzazione, e la completezza è rivelata in quanto fatto dell’essere stabilito in eterno. Man mano che si sviluppa questa realizzazione spirituale, i segni che ne derivano, ai vari livelli di esperienza, apporteranno tutto ciò che occorre per arrivare alla guarigione, alla redenzione e a benedizioni di ogni genere.

Tutte le estremità della terra si ricorderanno dell’Eterno e si convertiranno a Lui e tutte le famiglie delle nazioni adoreranno nel tuo cospetto. Poiché all’Eterno appartiene il regno, ed egli signoreggia sulle nazioni. — Salmo 22:27,28.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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