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Sette nomi da considerare

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 gennaio 2021

Originariamente pubblicato sul numero di gennaio 2021 de The Christian Science Journal


Attaccato al mio frigorifero con una calamita c'è un prezioso pezzo di carta con sette parole scritte con calligrafia infantile. Quando mia nipote ha imparato a scrivere, la sua insegnante della Scuola Domenicale le ha chiesto di elencare i sette sinonimi di Dio, tratti dalla Bibbia, che si trovano nel libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy. Ogni volta che prego diligentemente per qualcosa, faccio riferimento a questi potenti termini che chiariscono la natura di Dio: Principio, Mente, Anima, Spirito, Vita, Verità, Amore.

Un giorno mi sono resa conto che nella Scienza Cristiana abbiamo sette termini comunemente associati a uomo (ovvero la vera individualità spirituale di ciascuno di noi). Essi definiscono la nostra individualità così come Dio l'ha creata: immagine, somiglianza, idea, rappresentazione, riflesso, espressione e manifestazione. Ognuno di loro evidenzia la nostra relazione amorevole con Dio e allude a un'individualità indissolubilmente legata all'Essere Supremo.

Riflettere su questi termini ci aiuta ad andare oltre gli elementi banali con cui il mondo ci identifica, come le informazioni elencate sulla patente di guida: data di nascita, sesso, colore degli occhi, altezza, indirizzo, ecc. Allo stesso modo, una sintesi dei propri hobby, dei talenti e dei conseguimenti della vita, per quanto positivi, rappresenta una visione umana che lascia la persona soggetta a disturbi o limitazioni associate all'età, all'ambiente e alle circostanze altalenanti. Allora qual è il punto di vista più elevato?

Il concetto di uomo di Mary Baker Eddy è spiegato nel Glossario di Scienza e Salute, dove si legge:«L’idea composta dello Spirito infinito; l'immagine e somiglianza spirituale di Dio; la rappresentazione completa della Mente» (pag. 591). I termini immagine e somiglianza sono tratti dal primo capitolo della Genesi: «E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza. . . » (versetto 26). A questi termini biblici molto conosciuti si aggiungono idea e rappresentazione (della Mente, Dio). Con sollievo possiamo distogliere il nostro pensiero dalla fisicità e dall'individualità materiale e conoscerci come un'idea divina.

Questo concetto ci orienta verso lo Spirito - verso l'uomo inteso come idea spirituale, un'idea nella Mente infinita che è Dio. Considerando il termine rappresentazione, possiamo vedere noi stessi come «ri-presentanti» (cioè presentanti di nuovo — ispirato al termine inglese representation, ndt) il nostro Creatore a coloro che ci circondano, mostrando vivaci qualità spirituali. Il concetto suggerisce anche che ognuno di noi è un rappresentante del regno dei cieli, che serve la nostra comunità come un ambasciatore potrebbe servire il suo paese.

Leggendo Scienza e Salute, notiamo che spesso il termine uomo viene definito come riflesso. Ad esempio, «L’uomo è il riflesso di Dio, non ha bisogno di venire perfezionato, ma è sempre bello e completo» (p. 527). Se ci guardiamo allo specchio, vediamo la nostra immagine o il nostro riflesso. È esattamente come noi. Quindi l'uomo, in quanto riflesso di Dio, è esattamente come Lui. Se Dio è in pace, l'uomo, il Suo riflesso, non può essere in subbuglio. Se Dio non ha mal di stomaco, l'uomo, il Suo riflesso, non può essere indisposto.

Un altro termine che definisce la nostra identità spirituale e che trovo particolarmente evocativo è espressione. In Scienza e Salute l'autrice offre questa intuizione semplice ma profonda: «L’uomo è l'espressione dell'essere di Dio» (p. 470). Non c'è niente di passivo in questa visione. Che siamo indaffarati sul posto di lavoro, a casa con la famiglia o al campo sportivo, Dio esprime attivamente in noi tutti i suoi attributi: intelligenza, gioia, pace, amore, lungimiranza, precisione, ordine e così via . Ogni volta che siamo tentati di sentirci inadeguati, questa linea di ragionamento può sostenerci. Invece di dover modellare faticosamente una personalità mortale banale prima di poter essere noi stessi in modo soddisfacente, possiamo farci da parte e lasciare che Dio si esprima più pienamente attraverso di noi e in noi.

Infine, è confortante pensare a noi stessi come alla manifestazione dell'Essere Supremo. «Dio è l'unica Mente e la Sua manifestazione è l'universo spirituale, compreso l'uomo e tutta l'individualità eterna», scrive Mary Baker Eddy in Miscellaneous Writings 1883–1896 (p. 361). Manifestare la natura di Dio, significa darne una chiara prova o dimostrazione, rivelare in modo palpabile il Suo potere e la sua generosità. Questo è il nostro scopo. Questo punto di vista strappa l'etichetta di «miserabile peccatore», che la teologia tradizionale ha attribuito all'essere umano e ci autorizza a liberarci progressivamente dal peccato, a mostrare la nostra identità pura, creata da Dio e a vederla negli altri.

Il collegamento di questi sette termini descrittivi per l'uomo con i sette sinonimi di Dio ci fornisce una solida struttura su cui basare la nostra comprensione e le nostre preghiere. Ad esempio, nel momento del bisogno ci si potrebbe rivolgere a Dio con tutto il cuore per chiedere umilmente: «Padre, permettimi di vedere me stesso come:

•       l'idea del Principio divino, che evidenzia l'ordine e il funzionamento armonioso;

•       l'espressione della Mente, che include l'intelligenza e la creatività;

•        il riflesso dell'Anima, che possiede calma e radiosità;

•       l'immagine dello Spirito, che mostra libertà e forza;

•       la somiglianza della Vita, che irradia energia e salute;

•     la manifestazione della Verità, piena di perfezione e integrità;

•       la rappresentazione dell'Amore, che esprime gentilezza e pazienza». 

Continuando sulla linea di questo genere di preghiera, si potrebbe scegliere uno dei termini associati a uomo e combinarlo con diversi sinonimi di Dio. Ad esempio: «Io sono l'espressione della Vita, l'espressione della Verità, l'espressione dell’Amore». Oppure, uno dei sinonimi di Dio può essere correlato a diversi termini per l'uomo. Si potrebbe riconoscere nella preghiera: «Io sono la manifestazione dello Spirito, la rappresentazione dello Spirito, la somiglianza dello Spirito». Lavorando con questi termini, ho spesso percepito una santa elevazione di pensiero che ha determinato un cambiamento in me e nella situazione in cui mi trovavo.

Alcuni anni fa sentii di aver bisogno di ridefinire - o, in realtà, di identificare correttamente - me stessa. Mi era comparsa un’escrescenza vicino a una clavicola e per diversi mesi aveva continuato ad ingrandirsi. La cosa era particolarmente preoccupante per il fatto che presto mi sarei sposata. Mi avrebbero raggiunta figli e nipoti, ed ero preoccupata che l’escrescenza sarebbe stata visibile al di sopra della scollatura del mio abito da sposa.

Lavorando con questi termini, ho spesso percepito una santa elevazione di pensiero che ha determinato un cambiamento in me e nella situazione in cui mi trovavo.

Un giorno intravidi l’escrescenza mentre mi guardavo allo specchio e mi spaventai. Mi rivolsi allora a un practitioner della Scienza Cristiana per chiedere un trattamento, ovvero quella preghiera guaritrice a cui mi ero sempre affidata nella vita. Il practitioner mi incoraggiò a concentrarmi sulla mia individualità spirituale come descritta in questo passo tratto da Scienza e Salute: «L’uomo è idea, immagine dell'Amore; non è fisico» (pag. 475). L'immagine dell'Amore divino irradia calore, altruismo e purezza immacolata. Considerai anche le implicazioni di un'altra affermazione identificativa tratta dallo stesso libro: «L’uomo è il riflesso dell’Anima» (pag. 249). Ciò significava che dovevo riflettere gli attributi dell'Anima: chiarezza, assenza di età, bellezza e impeccabilità.

Elevai il mio pensiero attingendo anche alla verità di un altro passo che avevo memorizzato un tempo: «Dio crea l'uomo perfetto ed eterno a Sua stessa immagine. Quindi l'uomo è l'immagine, l'idea o la somiglianza della perfezione — un ideale che non può cadere giù dalla sua intrinseca unità con l'Amore divino, dalla sua purezza immacolata e perfezione originale» (Mary Baker Eddy, The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 262).

Dopo aver parlato diverse volte con il practitioner, non mi sentivo più impressionata dalle condizioni fisiche e fui in grado di mettere a punto la pianificazione del matrimonio senza preoccupazioni. Mi fidavo della promessa biblica: «la tua vita sarà più luminosa del mezzogiorno; risplenderai, sarai come il mattino» (Giobbe 11:17, secondo la versione King James). Confidavo anche nella promessa che si trova nel libro Unità del bene, di Eddy Baker Eddy: «Questo falso senso di sostanza deve cedere alla Sua eterna presenza e quindi dissolversi» (pag. 60). Un dizionario dà il significato di dissolvenza come “perdita di definizione". Questa spiegazione mi piacque molto. 

Ciò che si stava definendo chiaramente nel mio pensiero era la mia vera identità: io come il riflesso della perfezione di Dio. Mary Baker Eddy parla di false immagini «cancellate dal quadro della mente mortale» e promette: «così la sottostante colorazione materiale sbiadisce nell’invisibilità» (Retrospezione e Introspezione, pag. 79). Errore rimosso! Alla seconda settimana dopo aver chiamato il practitioner, l’escrescenza cominciò ad avvizzire, e alla fine della settimana era sparita. La guarigione avvenne giusto in tempo per un gioioso giorno delle nozze. 

Quando ci lasciamo animare da ciò che siamo veramente - ovvero una «ri-presentazione» dello Spirito, una manifestazione dell'Anima, un'idea dell’Amore - riuscendo a definirci correttamente e secondo l’idea divina, godiamo di salute, armonia e gioia, che sono naturali per l'amata creazione di Dio.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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