Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

Liberarsi dei difetti caratteriali

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 29 ottobre 2021

Originariamente pubblicato sul numero dell’11 ottobre 2021 del Christian Science Sentinel


Se vi siete mai trovati ad affrontare un aspetto negativo del vostro carattere, sapete bene che può essere una brutta bestia. Shakespeare chiamava la gelosia, per esempio, il mostro dagli occhi verdi, ed io ne sono stata un’infelice prigioniera finché non me ne sono liberata grazie alla Scienza Cristiana. 

Smettere di credere che un difetto caratteriale sia un aspetto inevitabile di ciò che siamo può richiedere un certo lavoro. L’ingordigia, l’invidia, l’odio e l’orgoglio sono così diffusi fra la gente e i popoli che li consideriamo parte della natura umana. Ma il male costituisce davvero la nostra natura? Che dire della generosità tra vicini che si aiutano a vicenda, dei sacrifici che fa la gente per una giusta causa, delle decisioni che guidano le persone o le nazioni a fare la cosa giusta? Azioni come queste indicano una bontà di fondo che le motiva. Come spiegato dalla Scienza Cristiana, questa bontà potente è Dio, l’Anima di tutto ciò che realmente esiste. 

Potremmo essere pronti ad ammettere che Dio è buono, ma lo siamo anche noi? Noi non siamo Dio, eppure la bontà di Dio dev’essere espressa e quell’espressione è proprio l’uomo. Uomo, nella Scienza Cristiana, è il termine onnicomprensivo per la vera identità spirituale di ciascun uomo, donna e bambino. Potremmo essere abituati a pensare che l’uomo sia un essere mortale sia buono che cattivo, tuttavia, compreso nel modo corretto, l’uomo spirituale è in realtà la totale espressione di Dio, Spirito. E ciò è vero a prescindere da quanto spesso un senso mortale di noi stessi e degli altri tenti di farci perdere di vista questa realtà.

Ciò che fa sì che la natura divina sia esprimibile da tutti è l’unità indistruttibile di Dio con l’uomo. L’uomo è la creazione di Dio, l’incarnazione di tutti gli attributi della divinità. Quindi, le nostre preghiere e i nostri sforzi per eliminare un difetto non sono dei tentativi di trasformare un brutto carattere in uno un po’ migliore, ma hanno lo scopo, piuttosto, di aiutarci diventare consapevoli di ciò che siamo veramente, e cioè un’espressione specifica dell’Amore divino, Dio. 

Nel mio caso, ero prigioniera della gelosia e dei suoi effetti distruttivi finché la preghiera non mi aprì gli occhi a un’idea per me nuova, ovvero che la gelosia non era veramente parte di me. Quando presi a cuore quello che avevo imparato nella Scienza Cristiana—che apparteniamo completamente a Dio e che la nostra vera natura è quella di esprimere il bene—la gelosia si dissolse lasciando al suo posto un amore affettuoso. 

Mary Baker Eddy, la Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana, trattò ampiamente il tema di come vincere il male per mezzo della comprensione del bene, e le sue parole ci danno un fondamento spirituale per farlo: «Tutto l'essere reale rappresenta Iddio ed è in Lui. . . .L'ego reale, o il proprio essere dell'uomo, è la bontà. Se l'individualità dell'uomo fosse il male, egli sarebbe annientato, perché il male distrugge se stesso» (No e Sì, pag. 26).

Per liberarsi di un difetto caratteriale è necessario partire dal riconoscimento che non abbiamo a che fare con una persona peccaminosa, ma con una falsa credenza; in altre parole, il peccato consiste nell’errata percezione di avere una volontà personale distinta da Dio. Guadagnare la nostra libertà potrebbe anche richiederci di contrastare quell’istinto di vergogna o imbarazzo per il nostro comportamento che ci porta a non fare più niente per cambiare. In essenza, qualsiasi resistenza alla riforma consiste nel pensiero persistente che esista un ego propenso al male e con il potere di farci peccare. 

Potremmo essere pronti ad ammettere che Dio è buono, ma lo siamo anche noi?

Cristo Gesù fornì molti esempi di come si producano dei reali cambiamenti nel carattere umano. Incarnando il Cristo, la sua relazione con Dio che annientava il peccato, egli salvò persone sia sul piano fisico che morale. Una donna, accusata di adulterio, fu salvata e redenta; un esattore delle tasse di nome Zaccheo si ravvide. Quest’uomo promise che avrebbe restituito il quadruplo di tutto il denaro che aveva incassato disonestamente e che avrebbe dato via la metà delle sue ricchezze. Pensate al significato che ebbe per Zaccheo sentire queste parole di Gesù: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anche costui è figlio d'Abrahamo. Perché il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Luca 19:9,10). Gesù riconobbe in Zaccheo la filialità, o identità, spirituale che non aveva alcun desiderio di peccato e, a sua volta, Zaccheo si vide in questa luce cristica e fu libero. 

Anche noi possiamo essere liberi. Il Cristo eterno, lo spirito della Verità e dell’Amore, ci rende capaci di negare qualsiasi realtà o influenza alla mentalità mortale, proprio come fece Gesù. Possiamo riconoscere quello che il Cristo continua a rivelare: che tutto il buono ed il vero che c’è in noi esprime la Vita e l’Amore che sono di Dio. Mary Baker Eddy offre all’umanità la via della speranza quando scrive: «Presto o tardi, l’intera razza umana imparerà che, nella misura in cui l’identità immacolata di Dio verrà compresa, la natura umana sarà rinnovata e l’uomo riceverà un’identità più elevata, derivata da Dio, e la redenzione dei mortali dal peccato, dalla malattia e dalla morte sarà stabilita su fondamenta eterne» (Unità del Bene, pag.6).

Quando una parvenza di quell’«identità più elevata» ci libera dai difetti caratteriali, infonde nuova vita a tutte le nostre relazioni. Vediamo che la gioia dell’individualità spirituale è di fatto una cosa naturale per tutti. Il bene divino è il fulcro della nostra vita ed è universale. Ciò che sappiamo e viviamo di questa verità dà all’umanità la prova che nessuno deve mai essere imprigionato dai tratti negativi. Il bene, che è Dio, è sempre qui vicino per darci la libertà.

Susan Stark, Direttore Responsabile

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.