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La chiamata di Gesù a guarire

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 8 luglio 2020

Originariamente pubblicato sul numero del 1° aprile 2013 del Christian Science Sentinel


Tra tutte le migliaia di pagine degli scritti pubblicati di Mary Baker Eddy c'è un paragrafo che secondo me è particolarmente significativo. Comincia così: «Quando impareranno, coloro che professano di essere seguaci di Gesù, ad emularlo in tutte le sue vie e ad imitare le sue opere potenti?» (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 37), e continua: «Possano i cristiani di oggi afferrare il significato più pratico di quella carriera!» In questo paragrafo si trovano più volte dei punti esclamativi e l’uso del corsivo, oltre ad una retorica eccezionalmente forte, per una maggiore enfatizzazione.

In questo passaggio, Mary Baker Eddy ci raccomanda specificamente: «Ascoltate questi comandi imperativi». È importante notare che i suoi commenti sono diretti ad «ogni bambino, uomo e donna» chiedendo a tutti con insistenza di obbedire ai comandi di Gesù: «“Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura!” (Marco 16:15) “Sanate gl’infermi!”» Non conosco nessun altro paragrafo in tutti i suoi scritti che sia espresso con tale enfasi e che costituisca una chiamata al dovere altrettanto stimolante.

Ero un adolescente quando diventai un devoto allievo della Scienza Cristiana. I potenti comandi e le richieste contenuti in quel paragrafo hanno avuto un grande impatto su di me. Leggerlo mi è sembrato come avere un incontro privato con la signora Eddy, come se mi stesse mettendo le mani sulle spalle, guardandomi dritto negli occhi e mi dicesse: «Mio caro, questo è ciò che voglio che tu capisca e faccia in modo particolare». Inoltre, mi resi conto che, di fatto, la guarigione è essa stessa un modo efficace di predicare il Vangelo, rendendo le promesse bibliche effettive e utili all’umanità.

Si noti come Mary Baker Eddy includa anche i bambini in questo paragrafo, ricordandoci che anche i giovani possono e dovrebbero essere dei guaritori. Ricordo gli insegnamenti dei fondamenti della Scienza Cristiana alla Scuola domenicale, e tra questi la natura di Dio e il fatto che io sono la sua espressione. Ricordo anche che all’inizio pensavo che la Scienza Cristiana fosse teorica — si potrebbe dire «roba da adulti», che sarebbe stata utile in futuro — e non qualcosa di pratico da usare qui e ora. Tuttavia, anche da giovane studente ho visto risultati tangibili dell’applicazione della Scienza Cristiana. Una delle prime esperienze è stata significativa: ero appena entrato in una nuova classe della Scuola Domenicale e mentre mi presentavo, dissi al mio insegnante che vendevo giornali come lavoro dopo la scuola. Senza esitazione mi disse che la settimana successiva potevo aspettarmi di vendere più giornali del solito. Rimasi sorpreso e gli chiesi come potesse affermarlo, e in effetti quella settimana vendetti davvero molti più giornali del solito grazie alle preghiere del mio insegnante della Scuola Domenicale. Quell'episodio mi diede la certezza che la guarigione spirituale non era fatta solo di parole. Mi ha anche incoraggiato il fatto che anch'io potessi guarire con la preghiera.

Ripensando al passato, ricordo quando per la prima volta mi offrii di aiutare qualcuno a guarire. Studiavo per diventare guardiamarina, e vidi un altro cadetto inciampare salendo una scala. Io mi trovavo qualche gradino più in alto e mi resi conto che stava per sbattere la testa contro un muro di cemento. Immediatamente urlai «No!», non solo pronunciando la parola, ma negando mentalmente l’immagine che la materia stava presentando. Sbatté la testa con forza, ma non lamentò alcun dolore o trauma. Semplicemente si tirò su e ognuno andò per la sua strada. Alcuni giorni più tardi lo sentii per caso dire incredulo a un suo compagno: «Quello che non capisco è perché la testa non mi abbia mai fatto male». Quale magnifica conferma. Dovrei aggiungere che io e questo allievo non avevamo nessun corso in comune, quindi la probabilità di passare nell’atrio proprio mentre stava parlando dell’accaduto era veramente minima – ma ci ha pensato la Mente divina.

La guarigione è un modo di predicare il Vangelo nella realizzazione delle promesse bibliche.

In seguito, nel mio primo lavoro presso una grande industria manifatturiera, fui messo a capo di un reparto. Una delle segretarie aveva delle verruche sulle mani e sapevo che aveva cercato di liberarsene con vari metodi convenzionali senza riuscirci. Quando ci conoscemmo un po’ meglio, le chiesi da quanto tempo soffrisse di questo problema, e ricordo che mi rispose che se lo portava dietro fin dall’adolescenza. Le dissi che mi avrebbe fatto piacere aiutarla mediante la preghiera e lei acconsentì. Per circa una settimana mantenni il pensiero sul fatto che lei rappresentava veramente l’espressione perfetta di Dio. In dieci giorni le verruche erano tutte scomparse e con gratitudine informò me e la sua famiglia dell’avvenuta guarigione.

In un’altra occasione incontrai un ex dipendente ad una festa. Dopo esserci salutati, mi disse che il giorno successivo avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuovere un’escrescenza. Sapeva che per guarire mi affidavo alla preghiera, ed era chiaro che la sua confidenza era in realtà una richiesta di aiuto. Ricordo di avergli detto: «Ci penserò». La mia preghiera fu principalmente una dichiarazione immediata e silenziosa del fatto che nessun tipo di escrescenza appartiene alla perfezione di Dio, poiché nella Bibbia leggiamo che l’uomo fu creato a immagine e somiglianza di Dio (vedi Genesi 1:26, 27). Circa un mese più tardi lo rividi e fui molto felice di sapere che l’escrescenza si era staccata quella stessa notte e non era stato necessario nessun intervento.

In un altro caso, avevo un cliente che si lamentava sempre del suo lavoro. Quando rispondeva al telefono aveva una voce funerea come Digger O’Dell, il personaggio di un vecchio programma radiofonico statunitense che dava volutamente l’impressione di essere demoralizzato. Eravamo buoni amici, e un giorno che lo sentii sciorinare la sua consueta litania di lamentele sulla situazione lavorativa, gli proposi di aiutarlo con la preghiera. Aderii al pensiero guaritore che l’identità propria dell’uomo è completa e gioiosa. Quando lo chiamai una settimana dopo era spumeggiante d’eccitazione per tutte le cose che stavano accadendo al lavoro, tra le quali il fatto che i suoi superiori gli stavano fornendo tutte le attrezzature che aveva richiesto per la sua attività. Il modo in cui vedeva il suo lavoro si era completamente ribaltato.

Ognuna di queste guarigioni era un po’ diversa (e potrei enumerarne molte altre). Nella prima si trattava di una protezione istantanea del mio collega di corso, nella seconda mi sono offerto di pregare, nella terza mi è stata richiesta indirettamente una «chirurgia mentale» e nella quarta la situazione lavorativa includeva anche altre persone. Ma in ogni caso Dio, la Mente divina, ha perfettamente provveduto alla necessità del momento.

Dobbiamo aspettarci che nel corso della vita ci si presentino opportunità di guarigione. Alcuni possono esitare nell’aiutare il prossimo, oppure possono pensare: «E se non riesco nell’intento guaritore?» Non esitate! Vi assicuro che potete essere testimoni di guarigioni di ogni tipo. Cogliete l’opportunità. In obbedienza ai comandi di Gesù, cui Mary Baker Eddy ha esortato così fortemente ognuno di noi di obbedire, non dovremmo esitare nel prendere l’iniziativa ed offrirci di pregare per gli altri quando se ne presenta l’occasione. Tramite le nostre preghiere guaritrici facciamo la nostra parte nell’adempimento delle promesse bibliche, riconoscendo il dono che il Cristo in azione porta all’umanità.

Solo l’attività pratica, affermativa e guaritrice — che presenta il Cristo in modo più ampio — ci mette in grado di «predicare l’evangelo» e «sanare gl’infermi» sempre di più e con efficacia. È importante che ogni Scientista Cristiano sia obbediente ai comandamenti imprescindibili delle Scritture. Quello di guarire non è un compito che spetta solo agli insegnanti o ai practitioner della Scienza Cristiana che hanno un’inserzione nell’elenco de The Christian Science Journal. A dire il vero non è nemmeno un compito limitato agli adulti. La mia esperienza alla Scuola Domenicale mi lascia sperare che altri allievi possano trovare incoraggiamento per individuare i loro problemi e che venga loro sistematicamente mostrato come pregare per risolverli. Se le esperienze di guarigione vengono già regolarmente vissute durante la Scuola Domenicale, gli allievi le porteranno con loro per tutta la vita.

La Scienza Cristiana è d’aiuto all’umanità in proporzione a quanto mettiamo in pratica le disposizioni di «dovere e privilegio» sottolineate da Mary Baker Eddy. Grazie alle guarigioni, il movimento della Scienza Cristiana raggiungerà più persone nel mondo e arriverà allo scopo delineato dall’autrice, ovvero di «ristabilire il Cristianesimo primitivo ed il suo perduto elemento di guarigione» (Manuale della Chiesa, pag. 17).

La preghiera affermativa è un atto di obbedienza, una sincera espressione di amore per il prossimo — e viene ricompensata. È anche un amorevole ringraziamento verso Gesù sulla linea della sua dichiarazione: «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti» (Giov. 14:15).

Bob Bilhorn vive a Chicago, Illinois, USA.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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