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Il dono di Dio — a Natale e ogni giorno

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 3 gennaio 2019

Originariamente pubblicato sul numero di dicembre 2018 de The Christian Science Journal


Proprio ora, in tutto il mondo, c’è molta attenzione per il Natale, con un’enfasi particolare sulla tradizione del regalo e del donare. Sembrerebbe che l’attenzione si sia spostata dal Cristo Natalizio all’idea commerciale, dove la valutazione della riuscita del periodo natalizio si calcola in base agli incassi piuttosto che alla pace terrena e alla buona volontà universale. Eppure, non è oggi il messaggio del Cristo il dono più necessario? È la bontà divina che Gesù visse e predicò che, durante il periodo natalizio come per tutto l’anno, permette di conoscere ed esprimere l’essenza del dono più grande: il dono di Dio della vita, ovvero la vita che si fonda su Dio, che è la Vita stessa e l’origine di tutto il vero essere. 

Dio, in quanto Vita divina, esprime in ogni persona qualità spirituali come la vitalità, la generosità e la profondità di pensiero. Nella Bibbia leggiamo che ciò è possibile perché il potere di Dio non ha limiti: “Ecco, la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire” (Isaia 59:1). Come potrebbe Dio esprimere meno della potenza della Vita infinita e immortale?

Cristo Gesù illustrò la possibilità attuale di comprendere, vedere e dimostrare la piena natura dell’eterna vita spirituale. Mostrandoci le basi di un vivere più elevato, più santo e più spirituale, ci donò una maggior conoscenza di Dio e della vera natura, nostra e degli altri, come riflessi spirituali di Dio. Grazie a questa comprensione possiamo esprimere in qualche misura quel dominio che Gesù dimostrò nello sfidare, censurare e distruggere ogni credenza in un potere opposto a Dio, come la malattia, di qualsivoglia natura essa sia; il peccato, inclusi l’immoralità, l’odio o l’ambizione centrata su di sé; oppure la morte, sia fisica che mentale o morale. 

Mary Baker Eddy, la Scopritrice della Scienza Cristiana, in relazione alla missione di Cristo Gesù di salvare coloro che soffrono per i terribili effetti causati dalla credenza in un potere separato da Dio, scrive: “Gesù venne per cercare e salvare coloro che credevano nella realtà dell’irreale; venne per salvarli da questa falsa credenza; affinché essi potessero afferrare la Vita eterna, la grande realtà relativa all’uomo, e comprendere la realtà definitiva, cioè che Dio è onnipotente e onnipresente; sì, che ‘l’Eterno è Dio, e non ve n’è alcun altro’, come dichiarano le Scritture” (Miscellaneous Writings 1883–1896, pag.63).

Questa comprensione richiede una conoscenza consapevole della propria identità come interamente a immagine di Dio, e di conseguenza eterna. Cosa può essere paragonabile al riconoscere che “il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23)? Questo dono di Dio include la perfezione eterna, l’inviolabilità e la saggezza ininterrotta della nostra identità spirituale, e la possibilità concreta di dimostrare che tutto il potere, tutta la presenza, tutta la sostanza e tutta la legge appartengono solamente a Dio.

Ciò che era maggiormente necessario era una preghiera devota, consacrata e umile. 

Ho avuto prova di questo inestimabile fatto della nostra identità, che Gesù è venuto a illustrarci, tante volte a casa mia durante la mia fanciullezza e anche in seguito, quando cominciai ad avere figli. Per esempio, quando uno dei nostri figli era appena nato, un medico gli diagnosticò un grave caso di itterizia e disse che era necessario un trattamento immediato. La pratica di tutta una vita della Scienza Cristiana mi aveva mostrato ripetutamente, grazie alle guarigioni da diversi problemi fisici, che potevo pregare Dio in modo responsabile giacché Dio è “per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle distrette” (Salmi 46:1). Perciò iniziai immediatamente a dare un trattamento secondo la Scienza Cristiana, il che significa che pregai per comprendere la relazione immortale e inseparabile dell’uomo con Dio. In obbedienza al Primo Comandamento di avere un solo Dio, Gli resi onore comprendendo i due punti cardinali della Scienza Cristiana, ovvero la totalità di Dio, il bene e l’assoluta nullità di un errore o concetto opposto al bene.

Ricordo che, mentre affermavo queste verità spirituali, pregai a voce alta vicino a mio figlio neonato, esprimendo la mia gratitudine per la perfezione del dono di Dio della vita e per la natura completamente spirituale di mio figlio. Quindi, silenziosamente, sostenni con fermezza la totalità di Dio come creatore e causa, la relazione inseparabile del piccolo con Dio in quanto sua espressione, e l’infinita, incrollabile e suprema cura di Dio per la Sua creazione. Sapevo che, essendo ricettiva al Cristo, nulla che riguardava la creazione poteva deviare dalla perfezione spirituale presente. Riconobbi che la legge divina della Vita non viene mai usurpata o resa nulla e vuota da una stima mortale o da una spiegazione materiale della vita. Compresi che non vi era alcuna legge materiale che potesse obiettare o resistere alla verità dell’essere, ed espressi gratitudine perché Dio benedice, sostiene, conosce e mantiene ciascuno dei Suoi preziosi figli. Confidai in queste verità con la comprensione che Dio – unico creatore e Legislatore supremo – ha creato l’uomo e lo mantiene, e che la Sua opera è già conclusa, completa e stabilita come permanentemente ed eternamente buona. 

Quando, circa venti minuti più tardi, l’infermiera osservò nostro figlio disse: “Questo bambino non è più itterico di me”. Infatti, gli esami che seguirono ebbero esito negativo.

Un’altra volta il mio altro figlio, dopo aver finito il college, cominciò ad essere eccessivamente in ansia per il suo futuro. Aveva una buona istruzione, ma aveva paura dei suoi passi successivi. Nonostante si stesse confrontando con il fratello e con gli amici, che si preoccupavano sinceramente per lui, con noi, sua mamma e suo papà, non comunicava.

Un giorno, mentre stavo pregando, percepii il calmo messaggio cristico di avere fiducia che nostro figlio era veramente uno con Dio. Sapevo che la relazione divina che aveva con il suo Padre-Madre Dio esisteva da prima che nascesse nella nostra famiglia, concetto che si fonda sulle prime parole del libro della Genesi: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra” (1:1). Mary Baker Eddy spiega che il termine principio sta qui a significare l’unico (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 502), intendendo che l’unica creazione è questa: Dio crea il cielo e la terra, e l’uomo a Sua esatta immagine e somiglianza. Tutto il resto è solo una brutta pubblicità dell’unica Vita, pura e perfetta. Pregai con continuità nel corso dell’anno e confidai inequivocabilmente nel fatto che il Cristo stava comunicando a nostro figlio la verità di Dio in un modo che poteva comprendere.

Il Cristo, Verità, albeggia nella coscienza umana in modo irresistibile, irrefrenabile e irreversibile.

Capii, come genitore, che la grazia donata da Dio, per attraversare questo periodo senza paura e con l’assoluta convinzione che Dio si prende cura dei Suoi, mi diede il dono della forza e della chiarezza per rimanere saldamente con la verità dell’essere. Ogni attimo speso tra paura, congetture, elucubrazioni e dubbi non sarebbe stato di alcuna utilità. Del resto, sarebbe stato completamente inutile cercare di risolvere il problema partendo da due punti di vista diametralmente opposti: uno che partiva dalla base della perfezione di Dio e l’altro da quella dell’imperfezione. Iniziare con l’imperfezione avrebbe solo impedito a nostro figlio di ritrovare la pace nella vita e per noi tutti nella nostra casa. Ciò che era davvero necessario e richiesto era una preghiera devota, consacrata e umile che riconoscesse Dio come Genitore divino, amorevole, sempre presente e sempre attento di nostro figlio, e che mi permettesse di percepire maggiormente la presenza guaritrice e onnipotente del Cristo. 

Riconoscendo l’assoluta necessità di affidarsi incondizionatamente a Dio, cominciai a comprendere con maggior chiarezza che la creazione è un dono, benedetto, ispirato e governato da Dio, che esprime la natura del bene infinito, perfetto, onnipotente e onnipresente. Questo mi fece vedere con estrema nitidezza il dono della vita eterna. Compresi che Dio era il Datore e che il mio ruolo era di testimoniare in preghiera il potere del Cristo di confortare e ristabilire la completa libertà di mio figlio, mettendolo in grado di pensare e agire correttamente. 

Da quando raggiunsi questo livello di chiarezza, mio figlio non dovette affrontare alcun travaglio per stare meglio, ma ebbe invece un’improvvisa e immediata certezza riguardo allo scopo e alla direzione della sua vita. Da quella volta, più di dieci anni fa, è stato felicemente impegnato con successo in una professione estremamente valida.

Per alcuni, guarigioni come questa possono sembrare miracolosi doni di Dio. In realtà, sono l’effetto della comprensione del dono universale di Dio della vita eterna in cui si comprende che l’uomo è tanto perfetto quanto il suo Creatore, ed è un dono che viene dato liberamente a tutti. Nella prima Epistola di Pietro leggiamo: “Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo faccia valere al servizio degli altri” (4:10). Non possiamo tenere per noi stessi la prova di questo dono più di quanto non fecero Cristo Gesù o la Scopritrice della Scienza del Cristo. 

Per quanto frenetico possa sembrare proprio ora il periodo natalizio,  ricordiamoci di prenderci una pausa questo Natale per celebrare Cristo. Prendiamoci una pausa per riconoscere ed essere profondamente e incondizionatamente grati per il dono più grande di tutti: il dono di Dio, vita eterna, dimostrato da Cristo Gesù come concreta possibilità. Riconosci quotidianamente che il tuo Padre-Madre celeste ti ama, e che il Cristo, Verità, albeggia nella coscienza umana di coloro che sono pronti a riceverlo in modo irresistibile, irrefrenabile e irreversibile. Quando seguirai gli insegnamenti di Cristo Gesù e comprenderai la tua preziosa relazione con Dio in quanto amato, accudito e benedetto figlio, saprai e verificherai che il Natale non viene celebrato solo un giorno all’anno, ma ogni giorno. Questo Natale è caratterizzato dalla vitalità della vita, dalla bellezza dello scopo e dalla gratitudine della pace celestiale che il Cristo sempre presente ci porta.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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