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Amore: la base per una democrazia che si rinnova

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 7 novembre 2022

Originariamente pubblicato sul numero del 3 novembre 2022 del Christian Science Sentinel 


Nel corso dei secoli, i filosofi politici hanno sviluppato la teoria secondo cui la democrazia è un patto sociale in cui le persone, per il loro bene, si sottomettono a un processo decisionale collettivo. Ma anche la più solida delle democrazie necessita di un costante rinnovamento. Come lo si può ottenere? Che cosa succederebbe se l'amore allargasse il nostro interesse al di là di noi stessi per includere tutta l'umanità? Se tutti avessimo interesse ad amare per la grande realizzazione e la gioia che derivano dal sapere chi siamo veramente in quanto figli di Dio, Amore? Questa sarebbe la base per un nuovo contratto sociale unificante.

 Il primo libro di Giovanni nella Bibbia afferma che Dio è Amore. E Gesù illustra la natura di Dio come Amore nella parabola del figliol prodigo, in cui un padre compassionevole accoglie nuovamente il figlio che lo ha trattato in modo irrispettoso e che ha sperperato la sua eredità prima di ammettere finalmente di aver agito male. Il padre si rallegra del ritorno del figlio, mostrando come Dio vede e ama ciascuno di noi, non come un essere umano imperfetto, ma come Sua espressione spirituale.

Poiché la nostra origine, il nostro Padre-Madre, è l'Amore divino, Spirito infinito, è nella nostra natura essere amorevoli e spirituali. Ciò significa che il linguaggio aggressivo talvolta usato in politica, gli attacchi virulenti e la tendenza a considerare nemici coloro alle cui politiche ci opponiamo, non solo sono profondamente antidemocratici, ma anche profondamente estranei al nostro vero io.

Sempre nel primo libro di Giovanni si trova un passo stimolante e ricco di promesse: «Sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché ci amiamo gli uni gli altri. Chi non ama risiede nella morte» (3:14, Versione New Revised Standard). È solo l'Amore divino, vissuto concretamente nella nostra esperienza quotidiana, che permette ai nostri sistemi politici di passare metaforicamente dalla morte alla vita, di rinnovarsi e rafforzarsi.

Ma come si può amare di fronte all'odio o di fronte alla paura del potere dell'odio di distruggere l'unità e la coesione della società? Mary Baker Eddy, Scopritrice della Scienza Cristiana, scrive: «La Scienza Cristiana classifica il pensiero in questo modo: i pensieri giusti sono realtà e potenza; i pensieri sbagliati sono irrealtà e impotenza, e possiedono la natura dei sogni. I pensieri buoni sono potenti; i pensieri cattivi sono impotenti e dovrebbero apparire come tali» (Miscellaneous Writings 1883-1896, pag. 252).

È fondamentale tenere il veleno dell'odio lontano dal nostro pensiero, dalla nostra vita e dalla nostra democrazia, e possiamo farlo nel modo più efficace non temendo il presunto potere dell'odio e dimostrandone l'impotenza. Come? Partendo da un punto di vista più elevato, ovvero riconoscere che l'Amore divino, l'unico creatore, non ha creato l’odio, che l'odio non esiste nella Mente che è Dio e la sua esistenza può apparire vera solo nell'oscurità della mente umana. Questa è la chiave per elevarsi al di sopra dell'odio e percepire l'amore e l'affetto che ci sono propri in quanto figli di Dio.

Ecco una modesta illustrazione del potere unificante dell'Amore. Alcuni anni fa la nostra filiale locale della Chiesa del Cristo, Scientista, che è gestita in modo democratico, si trovò ad affrontare una questione controversa che aveva già messo alla prova diverse altre chiese della Scienza Cristiana, con risultati infelici. Alla nostra assemblea fu presentata una mozione che invitava ad amare coloro che si trovavano da entrambe le parti della questione. La mozione fu appoggiata, votata e approvata. Grazie all'ispirazione divina, il gruppo aveva superato il mesmerismo del vilipendio di chi stava dall'altra parte. Poi, uno dei membri più aperti propose un'azione estremamente unificante, e anche quella passò, ponendo fine alla controversia. Il problema non si è più ripresentato nella nostra chiesa.

 Quando comprendiamo più chiaramente la realtà e il potere dell'Amore - e la conseguente impotenza dell'odio a dividere, ipnotizzare e distruggere - cominciamo a capire e a percepire ciò che sta alla base della democrazia e che la rinnova. Cominciamo a riconoscere che al di là delle diverse politiche pubbliche e dei diversi approcci alla soluzione dei problemi sociali, al di là anche della peggiore retorica pubblica e della manipolazione dei fatti, si trovano quell'unità fondamentale, comunione e affetto che provengono da Dio, l'unico Padre-Madre, che ha creato l’uomo spirituale (ognuno di noi), il quale riflette la Sua natura. Allora siamo più in grado di separare ciò che è spiritualmente vero nel carattere umano da ciò che è falso, diventiamo più pazienti e indulgenti, più disposti a considerare il punto di vista dell’altro.

Questo ci rende ricettivi alle soluzioni pratiche e più capaci di mantenere le discussioni politiche su un piano civile e cordiale. Partecipiamo in modo più intelligente al sistema politico, anche attraverso il nostro voto.

In risposta alla domanda su quale fosse la sua politica, Mary Baker Eddy scrisse: «In realtà non ho altro scopo se non quello di aiutare a sostenere un governo giusto; amare Dio in modo supremo e il mio prossimo come me stessa» (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 276).

Non c'è potere in cielo o in terra più grande dell'Amore, non c'è potere più capace di portare rinnovamento alle democrazie e ispirazione a coloro che cercano un governo democratico in tutto il mondo. Nel momento in cui riconosciamo l'Amore come supremo, come l'unica vera autorità al governo, Dio ci aiuta a mettere da parte l'odio e il conflitto e a vivere l'Amore, mostrando la nostra vera natura di figli dell'Amore.

Lyle Young, Editorialista ospite

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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