Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

“Se no..."

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 febbraio 2020

Originariamente pubblicato nel numero di ottobre 1981 de The Christian Science Journal


Shadrac, Meshac, e Abed-nego! Quante persone amano il noto racconto biblico dei tre ebrei che per amore di Dio e per la loro fede nel Suo potere furono indotti a rifiutare pubblicamente di adorare una statua d’oro fatta erigere dal re Nebucadnetsar — anche dopo essere stati minacciati di morte in una fornace ardente.

Questa storia è sempre stata di grande ispirazione per me, perché tratta un argomento che contiene molti spunti e intuizioni spirituali sul Cristo, l’eterna idea di Dio di tutto l’essere reale.

Un giorno, mentre stavo rileggendo questo racconto, la risposta dei tre ebrei al commento del re catturò la mia attenzione: “…qual è quel dio che vi libererà dalle mie mani?” Gli ebrei risposero: “Ecco, il nostro Dio che noi serviamo, è potente da liberarci, e ci libererà dalla fornace del fuoco ardente, e dalla tua mano, o re. Se no, sappi o re, che noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto” (Dan. 3: 15, 17, 18).

“Se no …”, cioè se anche non lo facesse… Mentre proseguivo nella lettura, quelle parole continuavano a girarmi per la mente. Mi fermai e rilessi da capo. “Se no..."! All’improvviso ebbi un’intuizione — si trattava di un’alta espressione di coraggio che trovavo non solo di ispirazione, ma anche scientifica. Questi tre uomini sembravano aver compreso naturalmente che Dio è Spirito e che loro avevano una relazione immutabile con Lui, relazione che vinceva ogni preoccupazione personale su come scampare al pericolo, al dolore e persino alla morte. Mi sembrava che, davanti alla minaccia di morte, stessero dicendo: “La nostra fedeltà alla nostra origine divina, il Principio del nostro essere, trascende ogni desiderio di garantirsi la vita nella materia. La nostra fede in ciò che sappiamo essere Dio annulla ogni preoccupazione su quale possa essere o meno la nostra capacità di dimostrare questa realtà dell’essere”.

Percepii la loro dichiarazione al re come una manifestazione di amore per Dio senza riserve, incondizionato.

Il tema dell’amore incondizionato emerse anche da ciò che non dissero. Essi non ammisero che il non venire salvati dalla fornace ardente avrebbe implicato che Dio non fosse il protettore onnipotente e onnipresente dei Suoi figli. Niente, per quanto apparentemente tragico, avrebbe potuto distrarli dal loro amore puro per Dio o dal loro desiderio di glorificare Dio. La loro liberazione finale dalle fiamme dimostrò che tale amore incondizionato per Dio era scientifico e costituiva l’origine della loro protezione dal male.

Potrebbe sembrare difficile seguire il loro esempio, ma le implicazioni nella vita degli Scientisti Cristiani hanno un significato inestimabile. Nessuna scienza può essere applicata con successo senza un rispetto assoluto della verità e della legge e un impegno nei confronti dei principi scientifici. La Scienza Cristiana non è diversa. La  regola per la sua pratica è un amore sincero verso Dio, il Principio di tutta la vera Scienza. Per rispondere alla domanda: “Quali sono le richieste della Scienza dell’Anima?”, Mary Baker Eddy scrive: “La prima richiesta di questa Scienza è: «Non avrai altri dii dinanzi a me». Questo me è Spirito. Quindi il comandamento significa: Tu non avrai né intelligenza, né vita, né sostanza, né amore, che non siano spirituali” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 467). Altrove scrive ancora: “La Mente divina giustamente esige dall’uomo tutta la sua obbedienza, tutto il suo affetto e tutta la sua forza. Nessuna riserva vien fatta a favore di qualsiasi lealtà minore” (Scienza e Salute, pag. 183).

Se siamo Scientisti tanto sinceramente quanto siamo Cristiani, dobbiamo  chiederci se la nostra fiducia in Dio è incondizionata o se dipende in qualche misura da come le cose si evolvono quando preghiamo. La nostra preghiera è forse orientata al risultato, o addirittura finalizzata alla rapidità con cui otteniamo i risultati? Sono le apparenze, il sollievo fisico o la soddisfazione nella materia più importanti per noi che un’adesione risoluta alla verità dell’essere?

Se quando dobbiamo affrontare la “fornace ardente” di una malattia decidiamo di affidarci a Dio per la guarigione, teniamo forse nascoste in un angolo recondito del pensiero le nostre riserve mentali per cui nel caso la guarigione non avvenga in un determinato lasso  di tempo, abbandoneremo Dio e le Sue leggi per dei rimedi materiali? O invece  come i tre ebrei diremo: “ ‘Se no…’ non mi rivolgerò all’uso di mezzi medici, ma lavorerò in ogni caso con umiltà e persistenza con le leggi della Verità”? Se abbiamo deciso di affidarci a Dio per risolvere un problema di scarsità o mancanza di qualcosa, decideremo di praticare etiche discutibili nel caso non vedessimo risultati? O piuttosto non diremo invece da subito  alla mente mortale: “‘Se no…’ non adorerò comunque la statua d’oro che tu hai eretta”?

Questo non significa che Verità, Vita e Amore divini siano inefficaci e che dobbiamo prepararci in anticipo alla possibilità di risultati scarsi. Non è a beneficio di Dio che dobbiamo estinguere ed eliminare le riserve mentali riguardanti la Sua totalità, ma a beneficio del pensiero umano che si sforza attraverso il Cristo di elevarsi alla consapevolezza naturale dell'uomo e all’espressione dell'essere senza peccato. L’incisività dello Spirito, Anima, nel distruggere la malattia, la scarsità, l’anormalità, la deformazione; dell’Amore divino nell’annientare la paura; della Mente nel distruggere l’ignoranza, la malattia mentale, il ritardato; della Vita nel bandire la morte, è eternamente immutata. L’affidabilità della legge di Dio, la Scienza divina, è inconfutabile.

No, l’approccio del “Se no…” non sminuisce l’infinita capacità di Dio di compiere tutto il bene, non minimizza la necessità di una prova visibile del potere di Dio, non costituisce la rassegnazione al male. La fedeltà assoluta è un patto necessario che un essere umano deve fare con sé stesso per mostrare la sua accettazione della legge dell’amore incondizionato per Dio – la legge della Scienza divina, che deve essere obbedita se vogliamo dimostrare progressivamente l’armonia nella nostra esperienza terrena. L’approccio del “Se no…”, del “ma anche se non lo facesse”, ci aiuta a stabilire le nostre priorità, mettendo al primo posto e con la più alta priorità l’obbedienza e la glorificazione dell’unico Dio, il solo che dovrebbe esigere la nostra obbedienza.

Anche se umanamente lo sviluppo della nostra capacità di cedere alle richieste del Principio divino può essere lento, la fedeltà alla Verità rimane la base della pratica scientifica. Il Principio divino, che è anche Amore infinito, ci guiderà con gentilezza verso un comportamento di totale fiducia e lealtà. Dopo tutto, la richiesta di fedeltà alla Verità non è una legge di condanna, ma una richiesta scientifica della dimostrazione dell’essere spirituale, in cui l’uomo è l’idea obbediente della Mente.

Acquisire una  una consolidata convinzione della totalità dello Spirito richiede disciplina mentale, richiede di pregare quotidianamente, e a volte è persino necessario affermare la verità istante dopo istante. La mente mortale, che è la contraffazione della vera intelligenza, è limitata e piena dei semi della sua limitazione; e se viene accettata come reale, questa falsa mente può piantare i semi del compromesso con la realtà spirituale in modi molto subdoli. Abbiamo bisogno dell’amore per Dio che ci ispira e ci mette in grado di cacciare istantaneamente la menzogna e di continuare a scacciarla ogni volta che si presenta al pensiero. Il Cristo, che rivela tutta la verità all’umanità, risponde a tutti i bisogni umani e placa tutti i dubbi e le paure mentre i problemi vengono elaborati.

La Verità, Spirito, è reale. L’errore, materia, è irreale. È tutto qui — una verità semplice e scientifica. E siccome è una Scienza, non esiste compromesso con la verità come base di tutto il ragionamento e la pratica scientifica. La decisione di Shadrac, Meshac e Abed-nego di appoggiarsi a Dio, anche se la loro capacità di dimostrare la Sua protezione avesse fallito, mostrò una pura devozione alla Verità che era in sé stessa priva persino di odore di fumo, cioè di fedeltà materiali, anche prima di aver affrontato la fornace ardente, accesa “sette volte più di quello che s’era pensato di fare” (Daniele 3:19). La liberazione degli ebrei dalle fiamme li rese un esempio senza tempo a dimostrazione della nullità della materia e delle sue condizioni. Essi dimostrarono l’impotenza del male di toccare l’uomo reale e la capacità dell’umanità di dimostrare il potere del Cristo, Verità, di preservare e guarire la mente e il corpo umano. Ciò che fecero fu per tutta l’umanità e per tutti i tempi. 

Quando anche noi ci appoggiamo a Dio senza riserve, non lo facciamo solo per noi stessi, ma anche per l’intera umanità. La nostra fedeltà è un atto di amore altruista che aiuta ad eliminare la credenza di vita, sostanza e mente nella materia. Aiutiamo gli altri a trovare il coraggio di rivolgersi a Dio senza riserve quando si trovano di fronte una qualsiasi “fornace ardente” che incombe su di loro. 

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.