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La preghiera offre protezione

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 28 giugno 2017

Originariamente pubblicato sul numero del 6 dicembre 2004 del Christian Science Sentinel


Stavo visionando una sala che avevo prenotato per una conferenza. Il frigo conteneva qualcosa di inaspettato: delle fialette inutilizzate di vaccino contro l’influenza. Quando lo segnalai all’ufficio amministrativo, mi venne spiegato che la sala era stata precedentemente utilizzata nell’ambito di una campagna di somministrazione di vaccini antiinfluenzali. Il programma non era però poi stato completato per dei problemi riscontrati con il vaccino.

Quando mi garantirono che avrebbero fatto portare via le fiale, mi sentii spinta a rivolgere il pensiero a coloro che erano soliti fare affidamento sulle vaccinazioni e che potevano temere di prendere l’influenza. Colsi l’occasione offerta da questo episodio, avvenuto alcuni anni fa, per riflettere maggiormente su ciò che protegge la gente dalle malattie infettive e da allora si è rafforzata la mia convinzione che la massima protezione si trovi nella spiritualità.

La Bibbia ci suggerisce che rivolgersi a Dio ci libera dalle malattie più diverse. Una promessa in tal senso si trova nel Salmo 91: “O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà, né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda” (versetti 9 e 10). Fare di Dio il nostro “asilo” significa risiedere consapevolmente in ciò che in precedenza il salmo descrive come “il luogo segreto dell’Altissimo” (secondo la versione King James) o, in altre parole, significa mantenere i propri pensieri orientati sulla verità che Dio protegge la Sua creazione da ogni male.

Il gruppo che mi stavo preparando ad incontrare era alla ricerca di come permanere mentalmente e spiritualmente in questo luogo segreto. Come molte altre persone attraverso i secoli, i suoi  componenti trovarono rassicurazione nel Salmo 23, che conclude: “Certo, beni e benignità m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; ed io abiterò nella casa dell’Eterno per sempre (versetto 6). Mary Baker Eddy, l’autrice di Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, interpretò l’ultima metà del verso in questo modo: “…io abiterò nella casa [la coscienza] dell’[AMORE] per sempre” (pag. 578). Un amico una volta disse che in questo caso il termine  “abitare” significa restare lì, non entrare e uscire. Vivere nell’Amore – cioè in Dio – e agire come espressioni dell’Amore ci mantiene al sicuro.

In sostanza, ciò significa rimanere focalizzati su pensieri riguardanti Dio e noi stessi come la Sua creazione buona e spirituale. Pensieri su noi stessi come figli dell’Amore, al sicuro da ogni malattia e sofferenza. Pensieri che affermano che niente di diverso dal bene può entrare nella sacra e segreta dimora della preghiera, dove Dio si prende sempre cura di ognuno di noi. Una consapevolezza costante che Dio è buono ed è Tutto può tenere al sicuro noi e gli altri, anche quando si profila all’orizzonte umano un’epidemia. Che si sia vaccinati contro l’influenza o meno, la preghiera offre protezione.

Durante l’epidemia d’influenza del 1918, molti scientisti cristiani guarirono tramite la preghiera. In quel periodo mia suocera e la sua famiglia stavano troppo male per prendersi cura di se stessi e mi è stato raccontato che una scientista cristiana, fiduciosa della sua comprensione del fatto che la malattia non poteva colpirla, si prese cura di loro – preparò i pasti, li nutrì, pulì la casa – senza rimanere contagiata. Questo episodio resta per me un promemoria - da cui traggo sempre ispirazione - di cosa possa compiere per sé e per gli altri il fatto di affidarsi a Dio.

Ricordo che quando il gruppo di cui ho parlato in precedenza si riunì in quella sala conferenze, i commenti dei partecipanti emanavano la loro determinazione nell’avere fiducia nel fatto che il potere di Dio mantiene l’umanità in salute e bontà. Approfondire lo studio di Dio come Amore ci condusse alla convinzione che Dio non manda mai niente di insalubre o di diverso dal bene. All’epoca molte persone della nostra zona pregavano e io sento che tutte le nostre preghiere hanno contribuito ad evitare un’epidemia d’influenza nonostante la carenza di vaccini utilizzabili.

Così oggi, invece di avere paura, considero questa mancanza di vaccini per la stagione come una chiamata alla preghiera, per abitare costantemente nella coscienza dell’Amore.

Bea Roegge
Chicago, Illinois, USA

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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