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Meglio di Google

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 12 settembre 2017

Originariamente pubblicato nella sezione per gli adolescenti UpFront del 22 giugno 2017 su sentinel.christianscience.com


Andare su Google o no? Questo è il problema. Almeno, lo è stato per me recentemente, quando un’amica menzionò alcuni allarmanti sintomi di un malessere che stava affrontando. Quello che mi disse era cosi inusuale e preoccupante che la prima cosa che mi passò per la testa fu chiedermi cosa lo avesse causato. Assieme alla domanda, venne un forte impulso a fare quello che sempre faccio quando ho bisogno di informazioni subito: vado su Google.

Mi sono sentita tentata più di una volta di lanciare l’App di Google che ho sul telefono, in risposta ad una misteriosa malattia o a qualche problema allarmante, e conosco molta gente a cui è capitato lo stesso. Talvolta, la tentazione proviene dalla paura, una paura che Google allevia dicendoci che non c’è alcuna ragione di preoccuparci. Altre volte, come in questo caso, il pensiero che mi assillava era: “se non sai che cosa sta affrontando, come puoi pregare efficacemente?”

Mi domandai: andare su Google può aiutarmi a pregare più efficacemente?

Anche se la mia amica non mi aveva espressamente chiesto sostegno in preghiera, sapevo di dover affrontare le mie paure per essere certa di aprire il mio pensiero solo alla verità riguardo a Dio, Amore divino e alla Sua bella e amata creazione. Questo va di pari passo con l’istruzione di Mary Baker Eddy che si trova in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture (pag. 390): “Non permettete che alcuna pretesa di peccato o di malattia si sviluppi nel vostro pensiero”.  Per me, questa è una sollecitazione a non consentire nemmeno al più piccolo suggerimento del male di trovare appoggio nel mio pensiero, sia che il male sembri riguardare me, sia che lo veda nella vita di qualcun altro.

Nel resto del passaggio, l’autrice fornisce utili indicazioni su come mettere in pratica tale suggerimento: “Scacciatela con la ferma convinzione che è illegittima, perché sapete che Dio non è l’autore della malattia più di quanto Egli non lo sia del peccato.  Non avete alcuna legge di Dio che sostenga che il peccato e la malattia siano necessari, ma avete invece autorità divina per negare tale necessità e per guarire i malati”.

Mi chiesi se fare una ricerca su Google con i sintomi che la mia amica mi aveva riferito mi avrebbe aiutato a scacciare più efficacemente la suggestione del male, nella forma di un problema fisico. Può forse tale ricerca aiutarmi a sentirmi maggiormente convinta della realtà di Dio e della totale autorità della Sua legge?

La risposta ad entrambe le domande era no, ma ancora, quel timore di non sapere per cosa pregare specificatamente continuava a tornare a galla. Sentire la necessità di una diagnosi al fine di poter trattare un problema è l’approccio medico, ma tale modello è basato su una struttura materiale piuttosto che spirituale. Inizia con un problema materiale considerato “reale” in un corpo materiale, che necessita di un trattamento materiale per essere risolto.

La Scienza Cristiana, al contrario, spiega che il mondo in cui viviamo è fondamentalmente mentale, che noi siamo spirituali, non materiali, e che ogni problema esiste solamente nel pensiero e lì trova soluzione quando comprendiamo maggiormente la totalità dello Spirito e la totale purezza della creazione dello Spirito, noi inclusi. Questo porta guarigione.

Perciò, quando si arriva al trattamento spirituale efficace, abbiamo veramente qualcosa di meglio di un motore di ricerca. In ogni caso, possiamo chiedere a Dio quello che è necessario sapere, come pregare e per cosa pregare, ed essere guidati verso le idee esatte di cui abbiam bisogno per trovare libertà.

Se volevo davvero essere utile, dovevo chiedere le idee giuste a Dio, non a Google.

Di frequente, nella mia vita ho riscontrato che queste idee mi aiutano a trattare ogni problema sottostante piuttosto che trattare i sintomi che spesso sembrano essere una distrazione che porta lontano da quello che veramente necessita di essere affrontato. Aveva senso quindi che la stessa cosa valesse per la preghiera nel caso della mia amica. Se volevo davvero essere utile, dovevo chiedere le idee giuste a Dio, non a Google.

L’impulso a ricercare una spiegazione per quei sintomi mi lasciò non appena aprii il cuore a Dio e pregai per ascoltare su cosa dovessi pregare. L’idea che mi venne fu estremamente semplice: comprendere meglio che vi è un’unica causa (Dio) ed il Suo effetto perfetto (l’uomo). Lasciai che Dio mi mostrasse perché questo era vero e cosa significasse per tutti i Suoi figli. Ben presto, non mi sentivo più preoccupata per la mia amica e tutti i sintomi scomparvero dal mio pensiero. Il giorno seguente scoprii che anche lei aveva avuto una completa guarigione.

Sono grata per l’immediato accesso che Google e gli altri motori di ricerca ci forniscono ad una quantità incredibile di informazioni. Ma non tutte le informazione sono corrette. Perciò è importante controllare molteplici fonti e valutarne le veridicità. A maggior ragione evita il tuo motore di ricerca quando hai bisogno di informazioni precise su un problema di salute per il quale stai pregando. Dio, essendo Verità, è l’autorità ultima su qualsiasi cosa abbiamo bisogno di sapere per essere guaritori efficaci.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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