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“Questa è la via”

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 14 aprile 2016

Originariamente pubblicato sul numero del 30 novembre 2015 del Christian Science Sentinel


Ho resistito il più possibile a comperarmi un navigatore satellitare per la mia auto perché, da laureato in Scienze geografiche, ho sempre avuto un buon senso dell’orientamento e mi sono sempre piaciuti la sfida e lo stimolo di decidere autonomamente il percorso per raggiungere i luoghi dove dovevo recarmi. Usavo le cartine stradali quando necessario, ma non ho mai usato altri aiuti o sistemi oltre ai segnali stradali.

Tuttavia, le cose cambiarono quando mi persi nel bel mezzo dell’Inghilterra durante una breve gita con mia moglie, mentre andavamo a trovare mia sorella sulla costa meridionale dell’Inghilterra. Quando riuscii ad arrivare a destinazione, molto più tardi di quanto pensassimo, dovetti spiegare che avevo perso la strada ed il mio affidamento ai mezzi convenzionali di navigazione aveva fallito.

Mia sorella mi disse che era ora di procurarmi un navigatore satellitare e suo marito, che se ne intende di queste cose, mi portò in una cittadina vicina per comperare il modello giusto per le mie esigenze. Due giorni dopo, con il navigatore opportunamente installato in auto, feci ritorno a casa nel nord del Paese seguendo le sue istruzioni e in questo modo il viaggio con mia moglie risultò più piacevole, senza errori né stress.

Ma come sa bene chiunque abbia usato un navigatore satellitare, per quanto utile il dispositivo possa essere, rimane comunque fallibile e soggetto ad errori, soprattutto se non è stato aggiornato, finendo magari con l’indicare la direzione sbagliata. Durante il viaggio verso casa di cui parlavo, invece, fui io a sbagliare accidentalmente, deviando dalle istruzioni del navigatore e prendendo l’uscita sbagliata da una rotonda (anche se, dopo un rapido calcolo, il navigatore ci rimise sul percorso corretto).

L’uso del navigatore, quindi, mi è stato molto utile per ricordare che per trovare la strada per superare le sfide della vita, l’unica intelligenza su cui possiamo fare totale affidamento è la Mente divina, ovvero Dio. L’infallibilità appartiene a questa Mente divina che, come ho imparato attraverso lo studio e la pratica della Scienza Cristiana, è l’unica intelligenza dell’universo.

Tutti noi riflettiamo naturalmente questa intelligenza, perché siamo l’idea spirituale e l’espressione della Mente divina e come tali siamo sempre nel campo della guida infallibile della Mente. Non vi è alcun ritardo nelle comunicazioni dalla Mente verso di noi né alcun momento di separazione dalla Mente, perché ciò che Dio conosce, lo conosciamo simultaneamente anche noi, in qualità di Sue idee. Attraverso la comprensione di questa unicità, possiamo affidarci alla Mente affinché ci guidi con precisione lungo il percorso della Verità, senza alcuna deviazione o errore: è impossibile fraintendere le istruzioni della Mente quando siamo ricettivi ed attenti esclusivamente alla “voce” della Mente ovvero all’influenza divina.

Come dice Isaia: “e quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: 'Questa è la via; camminate per essa!” (Isaia 30:21). E nei Salmi, Dio ci rassicura: “Io t'ammaestrerò e t'insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su te (Salmo 32:8).

Il navigatore agisce da occhio, con il satellite che traccia il percorso del nostro viaggio e segue la nostra posizione dal suo posto nello spazio, ma non potrà mai sostituirsi all’”occhio” divino, che vigila amorevolmente su di noi, le Sue stesse idee, e garantisce la nostra sicurezza. Dobbiamo solamente avere maggiori comprensione, fede e fiducia nel fatto che Dio è veramente onnisciente, onnipresente ed onnipotente.

In molte occasioni ho potuto notare che avviene proprio così. Una volta, dovetti abbandonare l’auto nel mezzo di una bufera di neve imprevista ed affrontare una lunga e spiacevole camminata nella neve per arrivare a casa, senza essere preparato fisicamente: non ero nemmeno coperto a sufficienza per camminare nella neve. Ricordo che il mio pensiero si rivolse istintivamente a Dio ed iniziai a pregare per essere guidato e portato in salvo, cantando un inno intitolato “Come devo andar Pastor”, le cui parole sono di Mary Baker Eddy, la Scopritrice della Scienza Cristiana, e il cui primo verso termina con “la Tua voce ascolterò ché non mi smarrisca; seguo Te e gioirò tutta l’aspra via” (Inno 304 dall’Innario della Scienza Cristiana).

In queste parole vi è una grande umiltà, qualità guaritrice in sé. Quasi istantaneamente sentii chiamare il mio nome davanti a me, in mezzo alla neve e questa voce suonò per me come la voce di un angelo! Scoprii che era un mio cugino che lavorava nel Servizio di Soccorso Alpino ed era stato incaricato di cercare le persone sulla strada innevata. Mi aveva individuato nonostante fosse buio, nevicasse e non avesse la minima idea che io mi trovassi lì, e mi diede un passaggio fino a casa con il suo automezzo appositamente attrezzato. Ricordando questi eventi ora, mi vengono alla mente le parole di un altro inno “sappiam che l’Amore ci guiderà, e ci condurrà a casa salvi” (Inno 245).

Io e mio cugino convenimmo che si trattava di una meravigliosa dimostrazione dell’attenzione e della guida di Dio per entrambi ed anche per mia moglie che mi aspettava a casa con trepidazione. Mio cugino mi disse che sentiva di essere stato guidato divinamente a trovarsi in quel preciso punto proprio in quel momento ed anche ad avermi notato sulla strada in quel buio, ed io non potei far altro che essere d’accordo.

Sia per strada sia fuori strada, ho constatato che la Mente divina è la guida migliore e la più affidabile.

Un’altra volta, durante il mio primo anno di università, sentii il desiderio di andare in una Chiesa del Cristo, Scientista che è la chiesa in cui ero cresciuto e dove, al tempo, frequentavo la Scuola Domenicale. Purtroppo non c’era alcuna chiesa della Scienza Cristiana a Durham, dove ero iscritto all’università e non conoscevo nessuno scientista cristiano nella cittadina. Mi ritrovai a chiedere a Dio di mostrarmi come trovare qualcuno con cui approfondire la Scienza Cristiana nella città, chiedendoGli subito e specificatamente; “Padre, come posso trovare un altro scientista cristiano qui?” (perché ero sicuro ce ne dovesse essere uno).

Immediatamente mi arrivò la risposta, quasi come fosse pronunciata da un amico: “menziona le parole Scienza Cristiana sull’autobus”. Stavo rientrando al mio alloggio in un autobus con altri studenti e, consapevole della guida della Mente, cioè dell’istruzione divina che avevo ricevuto e che dovevo seguire, dissi ad alta voce parlando con uno studente sull’autobus che sarei andato “in serata alla chiesa della Scienza Cristiana a Newcastle”.

Sentito ciò, una ragazza seduta vicino a me esclamò: “hai detto che sei uno scientista cristiano? perché anche io lo sono!”. Lei frequentava l’università già da un anno e da quello che sapeva, era l’unica scientista della città e all’università. Così fu felice e grata quanto me che l’Amore divino ci avesse fatto conoscere, a dimostrazione della natura onnisciente e precisa della Mente. Questa ragazza disse che andava in autobus fino alla chiesa della Scienza Cristiana in una città che distava 30 chilometri e da allora mi unii a lei per quei viaggi, ed entrambi frequentammo la Scuola Domenicale.

Quando arriviamo a comprendere Dio quale unica Mente e ci affidiamo con fiducia alla Sua guida, traiamo i benefici dell’intelligenza della Mente divina. Mentre i progressi tecnologici come il navigatore satellitare sono importanti per il progresso umano, essi danno solamente un’idea dell’infinita capacità della Mente divina di guidare e benedire l’umanità.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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